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La casa dei bambini

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Ci sono case popolate da bambini che non sono bambini. Una di queste è quella dove vivono Sandro, Nuto, Dino e Giuliano. Una casa che “era una nave, i pavimenti con le mattonelle scheggiate erano il ponte, le pareti le murate, le tende ingrigite le vele. Le finestre coi vetri graffiati e opachi, gli oblò dai quali guardare la neve” e dove “nessuno dei bambini possedeva niente di niente”. Una casa che si chiama orfanotrofio ed è luogo di protezione dal mondo, ma di uguale prigionia. Fuori dall’orfanotrofio infatti si combatte una guerra di cui i piccoli non devono sapere niente. Ma anche dentro le mura le cose non vanno meglio. E la fantasia inanella ricordi e pensieri, costruendo il paradigma della vita che fugge: i nostri si ritrovano adulti, costretti a fare i conti con fantasmi inquietanti e con quel posto da piccoli considerato infelice, che con gli anni si è tramutato nell’unico luogo gioioso. Nel rifugio di un’infanzia distrutta, eppure dolcissima.

La casa dei bambini (Fandango Libri, pp. 265), secondo romanzo del pistoiese Michele Cocchi, si apre alla riflessione – quantomeno adatta alla data odierna, giornata universale per i diritti dei bambini e delle bambine – e costringe il lettore a interrogarsi

sull’infanzia protetta e violata, sulla crescita, sui drammi che lasciano traumi inguaribili, e sul significato di diventare adulti privi di affetti e di modelli. I più piccoli sono i protagonisti assoluti di questo romanzo corale sospeso nel tempo, che si giova di una prosa incalzante e ha i confini della favola nera. Bimbi che vivono delle loro cicatrici e delle loro sofferenze, e si immergono nel futuro senza strumenti (culturali, affettivi, personali), come sempre oggi con maggiore frequenza accade. Ne esce fuori un ritratto disperato della vita, da cui emerge limpida la formazione di Cocchi, classe 1979, psicoterapeuta dell’infanzia e dell’adolescenza che ci chiede cosa significhi essere bambini. A inizio Novecento. E, forse e piuttosto, oggi.

Oggi nella mia rubrica su “Il Tirreno”, Testi Tosti.

 

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